Il contesto

LE CAUSE DEL BULLISMO

La radice del fenomeno del bullismo è sostanzialmente una difficoltà a relazionarsi con l’altro. “Il bullo e la vittima sono entrambi inchiodati in un ruolo che li trattiene rigidamente in una posizione relazionale da cui è impossibile riconoscere e capire l’altro” (N. Terminio).

I TIPI DI BULLISMO

Fisico

Le espressioni del bullismo di tipo fisico possono essere di vario tipo: dal pizzicare al graffiare, dal mordere al tirare i capelli, dallo spingere alo strattonare la vittima, dal colpirla in modo più o meno violento al rinchiudere in una stanza o rubare oggetti

Verbale

Anche le espressioni del bullismo verbale possono assumere varie forme: dall’offesa alla minaccia, dall’insulto alla derisione, dall’umiliazione alla presa in giro

Indiretto

Tende a isolare la vittima e a danneggiarla con pettegolezzi e calunnie esaltandone la differenza rispetto al gruppo. E’ meno visibile ma comunque pericoloso ed è prevalente presente nei gruppi femminili.

Social

La diffusione sulla rete di messaggi, filmati, chat di gruppo, che porti al danneggiamento e alla reputazione della vittima. L’aspetto più grave è la difficoltà nel rimuovere da Internet le offese ricevute, che, inoltre, possono essere viste e riviste più volte nel tempo.

IL CICLO DEL BULLISMO

Secondo Dan Olweus per parlare di bullismo devono essere presenti 3 condizioni:

  • ASIMMETRIA: fra il bullo e la parte lesa che differiscono per forza fisica o psichica;
  • INTENZIONALITA’: il bullo vuole di proposito creare un danno al compagno preso di mira;
  • RIPETITIVITA’: gli atti vengono protratti nel tempo in maniera continuativa.

GLI ATTORI DEL BULLISMO

Gli attori della scena sono 4:

  • IL BULLO: colui che esercita la violenza
  • LA VITTIMA: colui che subisce la violenza
  • IL GREGARIO: colui che istiga il bullo alla violenza
  • LO SPETTATORE: coloro che assistono e che sono a conoscenza dei fatti senza intervenire

LE LORO STORIE FAMILIARI

Ogni ragazzo ha una storia familiare fatta di gioie ma anche di frustrazioni, ognuno a modo suo porta a scuola la sua “famiglia nello zaino” come afferma D. Pennac.

Non possiamo non tenerne conto e puntare il dito contro i ragazzi che, sotto varie forme, manifestano il proprio disagio familiare: il ragazzo che esercita il bullismo, reagisce con condotte etero-aggressive ossia rivolte verso l’altro ed è sostenuto dagli amici gregari che lo fanno sentire potente e invincibile, mentre il ragazzo che subisce il bullismo, reagisce con condotte auto-aggressive, ossia rivolte a sé stesso ad esempio con atti di autolesionismo, depressione, a cui spesso segue una rinuncia a portare avanti le attività quotidiane compreso la scuola. A volte la vittima è una persona così sola che si presta a farsi trattare male pur di essere considerata dai compagni, pur di essere visto.

Entrambi hanno bisogno di sostegno e di essere visti dal mondo degli adulti sia per placare gli istinti più aggressivi sia per rinforzare gli atteggiamenti più remissivi.

TORNA SU